Katarte / Adolfo Wildt. L’ultimo simbolista che ha trafugato l’anima dal marmo

Adolfo Wildt. Vir temporis acti (Uomo antico), 1913. Marmo, cm. 100 x 75 x 63. Fontanellato (Pr), Collezione Franco Maria Ricci, Labirinto della Masone, © Archivio Franco Maria Ricci

Vir temporis acti (Uomo antico), 1913. Marmo, cm. 100 x 75 x 63. Fontanellato (Pr), Collezione Franco Maria Ricci, Labirinto della Masone, © Archivio Franco Maria Ricci

Adolfo Wildt. L’ultimo simbolista che ha trafugato l’anima dal marmo

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GAM Galleria d’Arte Moderna, Milano

fino al 14 Febbraio 2016

“Intendo l’arte non solo come fattore etico intellettuale, ma come mezzo di educazione del carattere. Esplico nel marmo le mie attività con lo scolpire carattere e pensiero” (Wildt, 1915)

Riconosciuto ormai come uno degli scultori di più grande interesse del primo 900, oltre che maestro di Fausto Melotti e Lucio Fontana, Adolfo Wildt (1868 – 1931) è stato per molto tempo ignorato dal grande pubblico. Milano lo onora con la mostra “Adolfo Wildt. L’ultimo simbolista”, curata da Paola Zatti, conservatore responsabile della GAM, con la straordinaria collaborazione dei Musées d’Orsay et de l’Orangerie di Parigi.

Negli spazi della galleria si contrappongono le diverse gamme dei suoi volti scultorei che denunciano uno stile drammatico, come fosse il suo emblema distintivo, a cui si uniscono i vari segnali dei suoi interventi firmati nella sua Milano. “Oggi grazie a questa mostra – ha aggiunto Del Cornosiamo stati anche in grado di raccontare un itinerario che permetta a tutti i cittadini e a tutti i visitatori di Milano di approfondire quanto l’opera di Wildt ha saputo abitare spazi pubblici della città e vivere alcuni momenti importantissimi della sua stessa configurazione artistica”.

Il progetto si compone di 55 sculture in gesso, marmo e bronzo nelle quali si riscontra un attento lavoro di cesello plastico e materico su alcuni temi ricorrenti di Wildt: 10 disegni originali e 7 opere a confronto di Wildt. Antonio Canova con  la Vestale, tre opere di Fausto Melotti (sculture N. 16, 17 e 24) e una di Lucio Fontana (Concetto spaziale), che furono suoi allievi alla Scuola del Marmo da lui fondata nel 1922.
“E’ una mostra di straordinaria qualità non soltanto per la quantità dei prestiti, garantiti anche da alcune collezioni private, ma per il percorso scientifico di approfondimento su una figura la cui vicenda biografica è stata profondamente intrecciata a quella della nostra città”. (Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del comune di Milano.)

Biglietti: intero € 5, ridotto € 3
Orario: dalle 9 alle 17.30 dal martedì alla domenica
Info: +39 02 884.459.47 / 02 884.459.43

Link: www.gam-milano.com

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