Katarte / Alberto Burri. Fenomeno “Unico e Multiplo” con i Cellotex

Cellotex, cm. 70 X 100

Alberto Burri. Fenomeno “Unico e Multiplo” con i Cellotex

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Pinacoteca Comunale, Gaeta

Fino al 12 ottobre 2014

[box type=”shadow” ]Gaeta anticipa il Solomon R. Guggenheim di New York nelle celebrazioni del grande artista contemporaneo. Il 2015 sarà l’anno del centenario della nascita di Alberto Burri (1915-1995), che con i suoi molteplici interventi di materiali sulla tela ha anticipato l’arte povera italiana. L’esposizione americana sarà poi in Germania e nella primavera 2016 in Italia, a città di Castello.[/box]

Da qualche anno il Comune di Gaeta, attraverso l’Associazione Culturale Novecento, che gestisce la Pinacoteca Comunale, dedica maggiori risorse alle iniziative d’Arte, per l’educazione estetica dei propri cittadini, e per elevare il target turistico della città. Eventi di spicco sono stati concretizzati con mostre di grandi maestri del Novecento internazionale. Da Hartung a Magnelli, da A Sun Wu a Siza e Burkhardt per arrivare a Burri. Un grande successo grazie alla dedizione di Antonio Sapone, gallerista di fama internazionale, che ha posto la Pinacoteca di Gaeta all’attenzione del mondo dell’Arte.

Rosso platsica, 1962, Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione ALberto Burri, Città di Castello
Rosso plastica, 1962, Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Alberto Burri, Città di Castello

Alberto Burri, un colosso nel panorama estetico internazionale, è intervenuto incisivamente sull’espansione e il trionfo di alcune avanguardie artistiche più estreme del XX secolo. Concettuale, sperimentale, informale, neoplastico, barocco, classico. E’ stato un rincorrersi di aggettivi per i critici che hanno inventato antitetiche categorie per circoscrivere il genio di Città di Castello. I cicli dei Cellotex raggiungono il vertice irripetibile, il punto culminate per verificare l’opera globale precedente, “Il mio ultimo quadro è uguale al primo “– egli stesso asseriva.

Cellotex 4
Cellotex 4

Burri collauda il Cellotex a partire dagli anni Settanta; è un materiale industriale, un impasto di colla e segatura  usato per coibentare i tetti su cui l’artista, vivendo una parabola creativa fondata sulla sperimentazione, opera sovrapponendo velature di colore acrilico o plasmandovi campiture monocrome tone sur tone, graffiando spesso la superficie fino scavarne le tessiture ricongiungendo il rapporto tra luce e colore.

L’opera è di già il materiale utilizzato, il suo intervento creativo ammalia dopo che la materia prima è stata metabolizzata, una prospettiva che suggerisce una rievocazione, una meditazione, non sbeffeggiando la vita, anzi  indagandola e  interloquendo con essa attraverso i mezzi: logori sacchi, ritagli di tessuto, rattoppi deteriorati che esprimono una emozionante lacerazione morale e fisica.

Il soggetto principale delle sue opere è perennemente la materia in tutte le sue trasformazioni: sabbie e vecchie tele di juta ricucite vengono utilizzate in sostituzione dei  colori sulle tele. Le sue opere rivoluzionano il rapporto tra materia, forma e colore, come Burri stesso spiega: “Nel sacco trovo quella perfetta aderenza tra tono, materia e idea che nel colore sarebbe impossibile”. Primi attori di una  rivoluzionaria concezione della pittura diventano il catrame, muffe e plastiche, materiali i più difformi. Affiancata ai cellotex e ad alcuni disegni sarà mostrata a Gaeta una prestigiosa collezione dell’opera multipla del Maestro; i Legni del 1956, le Plastiche del 1957 e i Ferri del 1958, le Combustioni del 1963-64, i  Cretti del 1971, i Multiplex del 1981, la serie di sei serigrafie dal titolo Cellotex del 1992, gli Oro e Nero del 1993, i suggestivi Monoplex del 1994.

Cellotex, 1984
Cellotex, 1984

In particolare il ciclo dei Cellotex neri, descritto da Burri col titolo di Annottarsi, emerge per la nitidezza, l’essenza costruttiva e la semplificazione estrema a cui giunge negli anni Ottanta il suo percorso creativo. I Cellotex neri sono opere meditative e notturne che ricapitolano la bellezza della vita e suggeriscono infine il silenzio cosmico.

L’evento mette in prima scena soprattutto le opere grafiche, in particolare acqueforti, acquetinte, litografie e serigrafie, a cui l’artista umbro si dedicò con disciplina e impeto sperimentale, conquistando risultati di assoluto pregio che interpretavano su carta gli sbocchi materici delle sue combustioni, muffe e cretti. In queste opere, forme chiaramente allusive di corpi femminili, si effondono in colori ritmici e cristallini tenacemente interloquenti con neri maestosi, alternativamente lucidi e opachi.

Alberto Burri nasce a Città di Castello, in Umbria, il 12 marzo del 1915, e si laurea in medicina nel 1940. Durante la seconda guerra mondiale è ufficiale medico in Tunisia, dove viene fatto prigioniero dagli americani e trasferito nel campo di Herenford in Texas dove comincia a dipingere. Nel 1947 rientra in Italia a Roma dedicandosi alla pittura. Insieme a Lucio Fontana è stato il summa dell’esperienza artistica internazionale nella storia dell’arte italiana del 900, una delle personalità cardine dell’informale. Un suo carissimo amico di Firenze diceva : “Ecco questo era Alberto: metteva assieme sacchi, stracci, plastica bruciata e si chinava davanti a Piero Della Francesca“.

Orari di apertura: Giugno, Luglio e Agosto: tutti i giorni, compresi i festivi, tranne il il lunedì dalle 17 alle 22
Settembre e Ottobre: Venerdì 16 -19 / Sabato e Domenica 11-13/16-19
Ingresso: € 5,00, ridotto €3,00 – gratuito studenti e over 65; prenotazioni e info: 0771 466346 – 339 2776173
E‘ possibile prenotare la visita in altri giorni ed altre ore telefonando al 3392776173 o inviando una e-mail con attesa di conferma a pinacotecagaeta@gmail.com
Catalogo: Magonza Editore

 

 

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