Katarte / Balthus, pittore misterioso, fascinoso e discusso

Balthus. La camera, 1952 - 1954. Olio su tela, cm. 270,5 X 335. Collezione privata © Balthus © Mondadori Portfolio/Bridgeman Images

La camera, 1952 - 1954. Olio su tela, cm. 270,5 X 335. Collezione privata © Balthus © Mondadori Portfolio/Bridgeman Images

Balthus, pittore misterioso, fascinoso e discusso

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Scuderie del Quirinale e Villa Medici, Roma

fino al 31 gennaio 2016

“Balthus era estremamente influenzato dalla pittura italiana; nel 1926 si recò ad Arezzo dove copiò i dipinti di Piero della Francesca. È sempre stato affascinato dal Rinascimento toscano ma anche da una certa forma di classicismo che è incarnato dalla città di Roma”.

Con queste parole, la curatrice Cécile Debray, in collaborazione con Matteo Lanfranconi, ha introdotto la mostra che delinea un intenso profilo dell’estroso genio francese nelle due sedi romane: una voluminosa retrospettiva sui capolavori più noti è alle Scuderie del Quirinale; a Villa Medici c’è invece un’esposizione dedicata alla sua evoluzione creativa con i lavori realizzati nel suo atelier durante i 17 anni del soggiorno nella capitale.

Quadri, disegni e fotografie, 200 opere circa, provenienti da prestigiosi musei europei ed americani oltre che da collezioni private per esaltare Balthasar Klossowski de Rola, in arte Balthus (1908-2001), a 15 anni della sua scomparsa, uno dei più controversi artisti del ‘900. Pablo Picasso, suo estimatore, acquistò una sua tela Les enfants Blanchard.

Un itinerario cronologico scandisce e sottolinea l’ascendente su Balthus di prototipi sofisticati quali Cime tempestose di Emily Brontë o Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll; accentua il prestigio di amici come Artaud, Derain, Malraux e Giacometti e contemporaneamente spiega le tecniche peculiari del suo dipingere e l’esclusivo metodo di allestire le scenografie nel suo atelier posizionando i modelli a suo piacimento.

Osannato a livello internazionale come uno dei più originali maestri realisti del XX secolo, Balthus fu folgorato sulla strada per l’Italia dalla scoperta del Rinascimento in Toscana, carpendo la nitidezza stilistica e l’intuizione compositiva della genialità italica. E’ da questo entusiastico stordimento artistico, mixato con la Metafisica di De Chirico, che sgorga quell’atmosfera sognante ed impenetrabile che è il connotato caratterizzante delle sue tele, sopratutto nei capolavori degli anni Trenta.

Quasi sessant’anni sillabati da quadri come Thérèse sognante, La falena, La strada, Natura morta con figura, Katia che legge, Il solitario, una delle opere avvincenti ed ermetiche, Il re dei Gatti e La giapponese con la tavola rossa, dove farà da modella la giovane moglie giapponese Setsuko Ideta (di 35 anni più giovane e sposata nel 1967) che oggi si occupa della Fondazione Balthus.

I gatti

Quasi un alter ego, è la predilezione che accompagnerà l’artista per tutta la vita, e più di tutto, le fatali e ambigue figure erotiche di bambine nel loro sbocciare. Il felino e la femminilità, per Balthus, effigiano le due facce di una medaglia, soglie di un mondo irraggiungibile, un pianeta arcano che pur lusingandoci non si può cogliere, ma solo fiutare, percepirne i sussurri.

“L’opera di Balthus – ha spiegato Cécile Debray – è evidentemente nota per le scene di giovani ragazze con una forte suggestione erotica. Si tratta, comunque, di dipinti che non creano disturbo ad ammirarli anche se di recente abbiamo visto emergere reazioni un po’ pudiche rispetto a questi quadri, fino ad innescare un dibattito sulla pedofilia. Penso però che sia giusto ricordare che si tratta di pittura, di arte e che Balthus non era affatto un pedofilo”.

Balthus, nato nel 1908 a Parigi, figlio del pittore Eric Klossowski e di Baladine, autrice di acquerelli, ha avuto la fortuna di avere come “tutore” il futuro compagno della madre, Rainer Maria Rilke, uno dei più grandi poeti di lingua tedesca del Novecento. Molto legato all’Italia, Balthus per 16 anni, dal ’61 al ’77 ha diretto l’Accademia di Francia a Roma e fu uno dei principali artefici del restauro proprio di Villa Medici e dei giardini.

“Un pittore di cui non si sa nulla”, come si definì allusivamente egli stesso nel 1968, ma del quale ora sarà possibile capire di più grazie alla grande monografica che lo celebra con il suo nome d’arte. La mostra si sposterà poi da febbraio a giugno 2016 al Kunstforum a Vienna a cura di Evelyn Benesch.

Scuderie del Quirinale: la retrospettiva
Biglietti. Intero € 12,00; Ridotto € 9,50; 7-18 anni € 6,00; Ingresso gratuito fino ai 6 anni
Accademia di Francia / Villa Medici: l’atelier. Biglietti. Intero € 12,00; Ridotto € 6,00
 
Orari: Scuderie del Quirinale: da domenica a giovedì 10.00-20.00, venerdì e sabato 10.00-22.30.
Villa Medici: da martedì a domenica (chiuso il lunedì) 10.00-19.00 (ultimo ingresso alle 18.30).
Presentando il biglietto della mostra Balthus: La Retrospettiva delle Scuderie del Quirinale si ha diritto all’ingresso ridotto per Balthus: L’atelier presso Accademia di Francia a Roma / Villa Medici e viceversa.
 
Link: www.scuderiequirinale.it – www.villamedici.it
 

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