Katarte / Ben Young: scolpire lastre di vetro per creare l’onda perfetta
Born in a storm
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Un ruolo fondamentale nella vita di Ben Young è l’oceano che, con le sue magiche danze, ha affascinato da sempre il giovane surfista colmo di entusiasmo. Soggiornare nell’ incantevole Bay of Plenty al nord della Nuova Zelanda lo ha fortemente influenzato a raggiungere un sogno. Imprigionare la quintessenza e la veemenza autentica del mare e cioè l’onda perfetta. Artista autodidatta, Ben Young è un poliedrico talento che da costruttore navale qualificato ha sperimentato negli ultimi dieci anni l’arte di scolpire con il vetro, un’impresa colma di difficoltà che gli ha conferito però sempre più gratificazioni da gallerie e collezionisti.
Le sue sculture, appassionanti nella loro semplicità, sono disegnate e tagliate a mano, incollate strato su strato per creare il prodotto finale. Sono dei pezzi unici in vetro artigianale. Utilizzando foglio dopo foglio il vetro che viene tagliato con perizia, il giovane scultore compone sia un’ interpretazione astratta sia quella realistica di onde e sagome d’acqua. Molte persone sono convinte invece che il suo lavoro sia realizzato con il supporto di varie apparecchiature high-tech o con la stampa in 3D. Tutte le opere sono realizzate rigorosamente a mano, dai primi abbozzi su carta, al taglio manuale dei singoli vetri, un faticoso e laborioso procedimento da lui stesso definito correttamente come “una montagna di lavoro”.
La gigantesca laboriosità scaturisce dal momento del planning. Ben lavora interiormente sull’idea che vuole realizzare, per poi tradurla nell’oggetto che aspira a rappresentare. “Penso intensamente prima ancora di iniziare a disegnare o tagliare”. Poi si butta giù il concetto a mano, il brainstorming e infine l’aspetto grafico.
Trasparenza, profondità, riflesso, dinamismo. Questi gli elementi che scaturiscono dall’azione scultorea dell’artista. Le creazioni di Ben Young liberano la materia vetrosa trasformandola in forma: il solido amorfo diventa luce rifratta che segue linee e movimenti scultorei quasi come respirasse di luce propria. L’artista, che oggi lavora a Sydney, in Australia, mette in evidenza la duttilità di questo materiale, che può allo stesso tempo risultare pesante, come in “The Beacon”, in cui le oscure profondità del mare restituiscono un senso di talassofobiche sensazioni, ma ne esprimono anche la leggerezza, la luce, come nella serie di opere “Parallels”, in cui il pieno lascia spazio a momenti di libertà e a trasparenti sovrapposizioni verdemare.
“Io amo le qualità liquide che il vetro porta con sé. Mi permette di giocare con le luci e guardare reagire il vetro. Mi piace guardare le due forme che si evolvono in creazioni tridimensionali e il diverso modo in cui la luce gioca all’interno del vetro”. Busti, onde, forme ondulate si smaterializzano nella ricerca espressiva di questo artista che partorisce le sue sculture dal mare.
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