Katarte / Biennale d’arte di Venezia 2013, 55esima edizione

Breath - una scuptura gonfiabile dell'artista inglese Mark Quinn, installata al di fuori della Chiesa di San Giorgio Maggiore

Breath - una scuptura gonfiabile dell'artista inglese Mark Quinn, installata al di fuori della Chiesa di San Giorgio Maggiore

Biennale d’arte di Venezia 2013, 55esima edizione

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Provenienti da 37 nazioni sbarcano nella laguna più di 150 performers che con creatività e improvvisazione, compongono un mosaico di 88 partecipazioni nazionali (10 paesi “esordienti”) e almeno una cinquantina di eventi collaterali sparsi un po’ ovunque nei palcoscenici naturali di Venezia e, a volte, anche oltre. Novità assoluta è anche la partecipazione della Santa Sede con una mostra allestita nelle Sale d’Armi.

Dal 1° giugno al 24 novembre

http://www.labiennale.org/it/arte

La Mostra Internazionale

Il Palazzo Enciclopedico forma un unico percorso espositivo che si articola dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, con opere che spaziano dall’inizio del secolo scorso a oggi, e con molte nuove produzioni, includendo più di 150 artisti provenienti da 38 nazioni.
La Mostra è ispirata all’utopistica idea creativa di Marino Auriti che nel 1955 depositò all’ufficio brevetti statunitense il progetto di un Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità. Auriti progettò un edificio di 136 piani che avrebbe dovuto raggiungere i 700 metri di altezza e occupare più di 16 isolati della città di Washington. “L’impresa rimase incompiuta,  ma il sogno di una conoscenza universale attraversa la storia dell’arte e accomuna molti artisti, scrittori, scienziati che hanno cercato di costruire un’immagine del mondo capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza.

Il Palazzo Enciclopedico di Marino Auriti, all'ingresso dell'Arsenale
Il Palazzo Enciclopedico di Marino Auriti, all’ingresso dell’Arsenale

Il Palazzo Enciclopedico indaga il desiderio di sapere e vedere tutto: è una mostra sulle ossessioni e sul potere trasformativo dell’immaginazione. La mostra si apre al Padiglione Centrale ai Giardini con una presentazione del Libro Rosso di Carl Gustav Jung. Nei vasti spazi dell’Arsenale  l’esposizione è organizzata secondo una progressione dalle forme naturali a quelle artificiali, dalle numerose opere ed espressioni figurative in mostra, che includono film, fotografie, video, bestiari, labirinti, tavole enciclopediche, performance e installazioni.

Il Libro Rosso di C.G.Jung

Il Libro Rosso di C.G.Jung

Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider, l’esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandosi in particolare sulle funzioni dell’immaginazione e sul dominio dell’immaginario. Quale spazio è concesso all’immaginazione, al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un’epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un’immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?

Il Palazzo enciclopedico - Roberto Cuoghi
Il Palazzo Enciclopedico – Roberto Cuoghi

L’arte ci aiuta a riconoscere e a esercitare la propria personale lettura di sé, uomo o donna, e del mondo. Non tutti siamo artisti, ma non possiamo che trovare un elemento di fiducia per pensare all’arte non solo come un talento in più, ma come una stratificata relazione tra la vita dei singoli e l’aspirazione a guardare al di là di ciò che si vede. Perchè parlo di fiducia?  Perché nessuno ha dubbi sulla maestria di Jung come psicanalista, quindi il Libro Rosso è una prova riuscita dell’aspirazione ad andare oltre la disciplina. In altre parole ognuno vive con i propri strumenti: l’arte, la letteratura, il cinema sono esperienze che incidono sul nostro quotidiano. Sapere che oltre agli artisti “Intenzionali” ci sono anche quelli “Esterni” significa – come affermava Beuys – che tutti siamo artisti, o come diceva Anna Achmatova, «ero lì lì per farlo anch’io e me l’hanno strappato di mano». Il fatto che tutto questo venga messo in primo piano alla Biennale di Venezia indica un allontanamento dai confini rigidi della disciplina dell’arte.

Il Palazzo Enciclopedico - Pavel Althamen
Il Palazzo Enciclopedico – Pavel Althamen

L’arte è di tutti perché tutti vi partecipano: chi facendola, chi guardandola di sfuggita, chi appropriandosene.
L’artista predispone gli strumenti e le intuizioni, ma ha bisogno che il dialogo venga vissuto e visto almeno da una persona, solo così l’opera soggetto inizia la sua vita nel mondo.
Quella stessa opera-soggetto, se è tale, parteciperà ad altri dialoghi e dirà altre cose che verranno assimilate da altre nuove forme creative in un continuum infinito.
Nel Palazzo Enciclopedico appare inoltre un’attenzione privilegiata ad alcune donne che non erano mai entrate nella rete, penso a Hilma af Klimt ed Emily Dickinson.
Molte sono le artiste presenti, e molto varie le loro storie, anche di questo c’era bisogno per uscire dallo stereotipo dell’arte “femminile” e anche dalla neutralizzazione ancora attiva per cui non sembra indicativo sapere se l’artista è uomo o donna.

L'installazione di Walter De maria
Il Palazzo Enciclopedico – L’installazione di Walter De maria

“Il Palazzo Enciclopedico – conclude Gioni – è una mostra in cui si rende manifesta una condizione che condividiamo tutti, e cioè quella di essere noi stessi media, di essere conduttori di immagini, di essere persino posseduti dalle immagini.”

Vice versa

PROGETTO ESPOSITIVO ARTISTI ITALIANI
Un viaggio immaginario nell’arte italiana di oggi e di ieri propone un percorso espositivo composto da sette ambienti dove due artisti, in una peculiare dimensione del doppio manifestano la natura antitetica delle opere esposte.
Il percorso della mostra, curata da Bartolomeo Marchi, gioca sulle contrapposizioni: suono e silenzio, libertà e censura, tragedia e commedia, solidità e leggerezza, staticità e dinamicità. Antitesi che divengono così innovativi perni d’interpretazione di artisti basilari della nostra cultura e delle loro opere.
Queste le coppie che sii divideranno i 300 mq di ogni stanza: Fabio Mauri e Franceso Arena, Luigi Ghirri e Luca Vitone, Marcello Maloberti e Flavio Favelli, Giulio Paolini e Marco Tirelli, Massimo Bartolini e Francesca Grilli, Gianfranco Baruchello e Elisabetta Benassi, mentre i circa 1000mq di giardino saranno a disposizione di Piero Golia e Sislej Xhafa.
Ci sono solo 2 coppie miste, perchè le presenze femminili sono solo 2 su 14.
Le opere presenti per lo più sono state prodotte deliberatamente (tranne quelle di Mauri e di Ghirri, che sono mancati rispettivamente nel 2009 e nel 1992 )
per questo evento di portata internazionale : performances, dipinti, sculture, installazioni, mix sonori e ambientali – dentro e fuori del Padiglione – restituiscono alla nostra storia dell’arte contemporanea quella laboriosa energia, fatta di illuminazioni e oscurità, che, nel titolo “vice versa”, trova proprio il principio costituente e antitetico, ribadendo la peculiarità originale di una possente traccia nel panorama extranazionale ampiamente conquistato.

EVENTI COLLATERALI

A Remote Whisper: Pedro Cabrita Reis

Uno dei maggiori artisti portoghesi della sua generazione, presenta un’installazione dal titolo A Remote Whisper in uno spazio espositivo di 700 metri quadri del piano nobile di Palazzo Falier. Un intervento monumentale, che conquista le pareti, porte e pavimenti combinando alluminio, vetro, lampade fluorescenti, disegni, tubi, luci fluorescenti, cavi quadri e foto.
L’artista coinvolge forzatamente l’osservatore a intraprendere traiettorie inimmaginabili attraverso lo spazio, costruendo così una oscillante percezione dell’opera, come vivere in un inventario dinamico del mondo

Pedro Cabrita Reis, A remote whisper studio version low
Pedro Cabrita Reis, A remote whisper studio version low

About Turn: Newfoundland in Venice, Will Gill & Peter Wilkins

About Turn propone nuove opere di Will Gill e Peter Wilkins, artisti contemporanei canadesi. La mostra, includendo fotografia, pittura e video, giostra magistralmente tra lo stuzzicante confine sottile dell’astrazione e la concretezza, Il riconoscibile e l’intangibile. Le opere di Gill mescolano ingenuità e convenzionalità del tran tran nel menage familiare con i suoi insondabili sogni. Wilkins nei suoi lavori crea una impalcatura coniugando l’arte contemporanea con la storica, avvalendosi di oniriche astrazioni dilatate nell’infinito

Will Gill - cape spear
Will Gill – cape spear
Peter Wilkins - Rosse, Immagine Digitale
Peter Wilkins – Rosse, Immagine Digitale

Ai Weiwei – Disposition

Unica significativa nuova mostra personale dell’artista nel 2013, l’esposizione sarà allestita in due spazi: il Complesso delle Zitelle, sede di Zuecca Project Space, e la Chiesa di Sant’Antonin. Ai Weiwei presenta Straight, il primo progetto sviluppato utilizzando lunghe barre di armatura recuperate nelle scuole crollate durante il terremoto di Sichuan del 2008. Questo lavoro, di cui una prima versione è stata presentata all’Hirshhorn Museum di Washington D.C. nel 2012, viene installata in scala maggiore presso lo Zuecca Project Space. Ai Weiwei è internazionalmente conosciuto per il suo lavoro che riflette la Cina dei nostri giorni e la sua preoccupazione per i diritti dell’uomo e la libertà d’espressione. La seconda opera, intitolata S.A.C.R.E.D., è una nuova installazione site specific per la 55. Esposizione Internazionale d’Arte presso la Chiesa di San’Antonin e si presenta con un immediato senso del dramma per un evento che sottende allo sviluppo contraddittorio della Cina contemporanea.

Ai Weiwei - Disposition
Ai Weiwei – Disposition

Art and Knowledge – The Spirit of the Place in the 5 Platonic Solids of Lore Bert

Nella Sala Monumentale della prestigiosa Biblioteca Nazionale Marciana (Piazza San Marco) Lore Bert presenta 5 sculture di specchio in un environment di carta accanto a 11 opere di grande formato, in una mostra dal titolo Art and Knowledge – The Spirit of the Place in the 5 Platonic Solids of Lore Bert. I 5 Solidi Platonici stanno per i 5 elementi: terra, acqua, fuoco, aria e universo. Lore Bert studia all’Accademia Belle Arti di Berlino. Realizza oltre 200 mostre e 125 environments in più di 26 Paesi del mondo, fra cui 40 mostre personali in musei. Numerose pubblicazioni, fra cui 38 monografie, documentano il suo lavoro che fa parte di molte collezioni internazionali.

Lore Bert - Art and Knowledge - The Spirit of the Place in the 5 Platonic Solids
Lore Bert – Art and Knowledge – The Spirit of the Place in the 5 Platonic Solids

Back to Back to Biennale – Free Expression

L’arte contemporanea, dal dopoguerra a oggi, ha teorizzato e spiegato che ci sono diversi e tanti modi di esprimersi. I Writers rappresentano un movimento artistico fenomenale che parte dalla società fortemente urbanizzata, dove le periferie sono considerate dei ghetti e dove l’urbanesimo viene visto come una grande tavolozza su cui esprimere la propria interpretazione della realtà. Il progetto Back to Back to Biennale è un evento per certi aspetti collettivo e generazionale, ed è caratterizzato dalle performance che gli artisti eseguiranno, non c’è nessun filtro curatoriale o tematico, l’espressione è libera, così come recita il sottotitolo.

Back to Back to Biennale - Free Expression
Back to Back to Biennale – Free Expression

Bart Dorsa Katya

Bart Dorsa Katya è una mostra di lastre fotografiche di collodio e vetro argentato e sculture in bronzo presentate in uno spazio buio appositamente organizzato. Il progetto racconta la storia personale di una ragazza russa scoperta a Mosca dall’artista americano. Il viaggio di Katya, che passa da una rigorosa vita monastica ortodossa che dura 10 anni dai 3 ai 13 anni, alla vita underground di Mosca, è un reticolo di storie impresse sulla pelle del viso e del corpo. La sua forma è stampata e impressa sul vetro e in una scultura di bronzo che descrive il viaggio di Katya e l’archetipo del mitico crocevia, il tema principale del lavoro di Dorsa.

Bart Dorsa Katya - - argento, vetro e lastre fotografiche
Bart Dorsa Katya – argento, vetro e lastre fotografiche

Bedwyr Williams: The Starry Messenger

Che un poeta osservi attraverso un microscopio o un telescopio, egli vedrà sempre la stessa cosa (Gaston Bachelard).The Starry Messenger (Il Messaggero Sidereo) di Bedwyr Williams prende il nome da uno studio pubblicato da Galileo Galilei sulle sue scoperte attraverso il telescopio. In una serie di sale e corridoi di Santa Maria Ausiliatrice (Ludoteca) questo nuovo lavoro ripensa all’esplorazione dello spazio sia infinito che minuto: la veglia notturna di un astronomo oppure la ricerca di un devoto nelle lucide galassie dal terrazzo sotto ai suoi piedi.

Bedwyr Williams: The Starry Messenger
Bedwyr Williams – The Starry Messenger

Breath

Shirazeh Houshiary presenta Breath (Respiro), un video a quattro canali realizzato la prima volta nel 2003, ora rimasterizzato e parte di una nuova e unica installazione fissa. In Breath (2013), i canti evocativi di preghiere Buddiste, Cristiane, Ebraiche e Islamiche sono diffusi da quattro schermi video. Il suono diventa coreografia, con le immagini che catturano il respiro ritmato dei cantanti. L’installazione è un recinto rettangolare rivestito di feltro nero, vi si accede attraverso uno stretto passaggio che porta a un interno bianco illuminato da une luce fioca. Quattro schermi sono sospesi ad altezza d’uomo, da questi si diffondono e si attenuano i canti delle diverse tradizioni, si gonfiano e si disperdono in un coro inquietante che riempie le sale e oltrepassa le pareti. Se all’interno c’è unicità, all’esterno tutto è molteplicità.

Shirazeh Houshiary. Breath
Shirazeh Houshiary – Breath

Culture? Mind? Becoming

Culture?Mind?Becoming è una mostra di un gruppo di eccellenti artisti cinesi il cui obbiettivo è di sovrapporre l’impatto culturale di appropriazione, riflessione e reinvenzione che esiste nella cultura cinese attraverso la lente della globalizzazione. In un periodo in cui in genere gli artisti riflettono sull’empirismo individuale come corpus sostanziale della loro prassi artistica, gli artisti cinesi sono tornati al loro patrimonio culturale dopo avere acquisito la conoscenza dell’arte occidentale. Grazie a una continua sperimentazione ed evoluzione promuovono un terreno comune in un contesto creativo e unico. Gli artisti cinesi sono influenzati a vari livelli dalla cultura occidentale in diversi momenti della loro vita. Vivendo in una società dalla cultura diversa, sono ispirati a ridefinire e reinventare la loro componente comune – l’esperienza culturale orientale – che si manifesta attraverso le presentazioni artistiche.

  Culture? Mind? Becoming
Culture? Mind? Becoming

 

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