Katarte / Boecklin, Klimt, Munch. L’ ossessione Nordica: l’arte che cambiò l’arte

von Stuck. Il peccato, (part.) 1930 ca.

Boecklin, Klimt, Munch. L’ ossessione Nordica: l’arte che cambiò l’arte

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Palazzo Roverella, Rovigo

Dal 22 febbraio al 21 giugno 2014

Boecklin, Klimt, Munch,  Hodler, Klinger, von Stuck, Khnopff, Rops, Zorn, Larsson. E’ la prima volta che una grande mostra documenta quanto i “nordici” abbiano influenzato gli italiani che ne hanno subito il fascino o ne abbiano abbracciato le suggestioni. I paesaggi del profondo nord, i ritratti, le scene di interno conducevano a mondi e a sensibilità diverse, lontane, potenti. Suggestioni che colpivano nel profondo. Raccontavano territori, concreti e chimerici, popolati di intensi sentimenti, di miti, simboli e sogni, . Fonte di mille  incantesimi dai quali era impossibile restarne immuni. De Carolis, De Maria, Sartorio, Laurenti, Previati, Wolf Ferrari e De Chirico, artisti italiani di perspicace sensibilità, subirono la seduzione di queste opere presenti nelle prime edizioni della Biennale di Venezia (che nasce nel 1895). Si parlò allora di una “Ossessione Nordica”. La storia di una grande, pacifica conquista intellettuale ed emzionale, di una attrazione che cambiò l’arte in Italia. E non solo.

Bocklin.  Rovina sul mare, 1880, olio su tela
Bocklin. Rovina sul mare, 1880, olio su tela

Paesaggio, corpo femminile, simbolo: la natura in tutte le sue forme ed accezioni è la protagonista indiscussa della mostra. Il percorso espositivo presta attenzione al momento svizzero della cultura tedesca – con Böcklin e Hodler – così come ai grandi viennesi e tedeschi – Klimt, Klinger e von Stuck – impegnati nelle interpretazioni simboliste dei miti, della vita e dell’anima della belle époque mitteleuropea. Maschere e ritratti in cui la figura umana, concepita tra tradizione accademica e indagine interiore, si fa carico dei nuovi strumenti di conoscenza e descrizione delle psiche nelle sue molteplici e contraddittorie valenze. Un percorso di enorme fascino, ricco di infinite sfaccettature, frutto di sensibilità diversissime e  per questo seducente vetrina dell’arte storica del Simbolismo con successiva forte attenzione alle Secessioni di Monaco, Vienna, Darmstadt e alle conseguenze sui vari filoni dell’arte italiana.

Gustav Klimt. Una mattina agli stagni, 1899, Leopold Museum, Vienna
Gustav Klimt. Una mattina agli stagni, 1899, Leopold Museum, Vienna

Teodoro Wolf-Ferrari, sotto l’influsso dello Jugendstil e della scuola di Vienna, è presente con alcune splendide opere. Ecco, per esempio, un interno del danese Vilhelm Hammershøi, che con il suo realismo leggero e intimo interpreta la lezione di Vermeer con una segreta inquietudine erotica, tanto per dire. Ma come restituire la meraviglia di uno splendido paesaggio di un Klimt poco frequentato? E cosa dire di un incredibile quadretto di Arturo Tosi che annega ogni contorno e il blu di prussia in una luce abbagliante? Assolutamente inedite da noi un paio di grandi opere di infinita suggestione del tedesco Oskar Zwintscher e  un sorprendente premetafisico De Chirico .

Se poi si aggiunge che poco più di un decennio avanti Richard Wagner era morto proprio a Venezia e che Nietzsche e molti altri vi erano capitati proprio in quegli anni dando nuovi slanci alla leggenda della serenissima, il gioco appare chiaro e si potrà aprire la porta a questa grande mostra, fascinosa non solo per i nomi e i bellissimi quadri, ma per un’atmosfera che ben si insinua nel profondo dell’anima con tutte le seduzioni di quelle che Giandomenico Romanelli, il curatore, definisce felicemente “le molte anime del nord”.

Giulio Aristide Sartorio. La Lettura o Catullo e Clodia, olio su tela
Giulio Aristide Sartorio. La Lettura o Catullo e Clodia, olio su tela

La mostra è divisa in cinque sezioni che vanno dalle prime Biennali, passando per il momento “svizzero” della cultura tedesca, poi il Paesaggio nelle sue essenze interiori e in tutte le sue armoniche coloriture della insofferente e introversa natura nordica, fiordi e spiagge, distese innevate di cui la luce dipinge i più coinvolgenti scenari mistici. Poi uno sguardo agli interni domestici: spazi aggroviglianti, mondi sofisticati, rappresentazioni di sentimenti, per chiudere con il capitolo Maschere e ritratti in cui l’individuo si fa carico dei nuovi strumenti di consapevolezza della psiche nelle sue poliedriche valenze.

 

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