Katarte / A Bologna prenotazioni record per “La ragazza con l’orecchino di perla”

Johannes Vermeer, Ragazza con l'orecchino di perla, 1665 (part.)

A Bologna prenotazioni record per “La ragazza con l’orecchino di perla”

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Il mito della Golden Age Da Vermeer a Rembrandt

Bologna, Palazzo Fava
8 febbraio – 25 maggio 2014

Un’icona dell’arte al pari della Gioconda, meta di veri e propri pellegrinaggi ovunque venga esposto. Il dipinto più famoso di Vermeer ha mietutto successi nelle esposizioni che hanno avuto luogo in Giappone e negli Stati Uniti, mentre in Europa, prima di tornare in Olanda, l’unica meta sarà appunto quella di Bologna.

Occasione dunque unica e irripetibile per ammirare un quadro che è nella storia. E attorno a quell’opera, molti altri capolavori da Rembrandt a Hals, da Steen a Ter Borch e anche un secondo Vermeer. Tutto il grande Seicento olandese in un’unica mostra. In Italia.

Jan Vermeer. La ragazza con l'orecchino di perla , olio su tela, c. 1665, cm. 46,5x40
Johannnes Vermeer. La ragazza con l’orecchino di perla , olio su tela, c. 1665, cm. 46,5×40

La ragazza con l’orecchino di perla. Pochi altri titoli al mondo evocano, come questo, il senso di una immediata riconoscibilità, di una conoscenza acquisita, di una bellezza suprema e misteriosa. Il riferimento istantaneo, per tutti, a un’immagine. Il romanzo e il film, di enorme successo mondiale, che le sono stati dedicati, hanno di recente aggiunto a tutto ciò un grado ulteriore di notorietà planetaria. Assieme alla Gioconda e all’Urlo, si tratta del quadro più conosciuto e più amato nel mondo. Opere delle quali non è nemmeno necessario ricordare l’autore, poiché nel titolo è già detto e riconosciuto il loro peraltro indicibile fascino.

Johannes Vermeer. Ragazza con cappello rosso, olio su tavola, c. 1672, cm. 23,2x18,1
Johannes Vermeer. Ragazza con cappello rosso, olio su tavola, c. 1672, cm. 23,2×18,1

Conservato a L’Aia, in uno dei musei più raffinati non soltanto in Europa, il Mauritshuis, fa di quella città olandese uno dei luoghi maggiormente visitati dagli amanti della bellezza. Tutti con l’unico pensiero in testa di andare a incontrare La ragazza con l’orecchino di perla. Proprio come la Gioconda a Parigi, o come l’Urlo a Oslo. Simboli ed emblemi, prima ancora che capolavori essi stessi, centri di bellezza e fascino segreto. Come se l’opera potesse uscire dall’opera, e darsi appunto in quanto emblema, prima che come pittura. Ciò che unicamente capita a quanto vive in eterno.

Chi era? Diversi autori hanno suggerito che potrebbe essere la figlia dell’artista, Maria. Ma molti studiosi dell’artista di Delft respingono tale ipotesi come un anacronismo romantico, distante dalla visone “moderna” che Vermeer aveva dell’arte. Sulla scia di questa negazione, il romanzo di Tracy Chevalier La ragazza con l’orecchino di perla ha suggerito un’alternativa, una risposta immaginaria. E ‘stata l’assistente della cameriera di famiglia, Griet (interpretata da Scarlett Johansson nel film), che divenne l’interesse amoroso di Vermeer.

Link: lineadombra.it

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